L’epidemia del coronavirus ha certamente cambiato le abitudini quotidiane dei consumatori in tutto il mondo, influenzato le abitudini e, relativamente agli smart speaker, spinto ad un maggior utilizzo delle funzioni di ricerca e intrattenimento degli altoparlanti intelligenti.
A confermare la tendenza sono i recenti studi pubblicati da NPR ed Edison Research, che fotografano la situazione negli Stati Uniti e un trend che interessa grossomodo molte altre regioni del mondo coinvolte dal lockdown.
Dall’inizio dell’epidemia, il 35% dei proprietari di altoparlanti intelligenti statunitensi afferma di ascoltare più notizie e informazioni attraverso il proprio dispositivo e il 36% afferma di aver aumentato il consumo di musica e intrattenimento. Un cambiamento delle abitudini mediatiche dovuto in gran parte all’arrivo del Covid-19: tre quarti della popolazione maggiorenne che vive negli States lo conferma, in particolare i giovani fino ai 34 anni.
In corrispondenza della fascia d’età tra i 18 e i 34 anni infatti, il consumo di notizie e informazioni rispetto al periodo pre-coronavirus sale del 50%, in linea con l’aumento dell’ascolto di musica e altri tipi di intrattenimento, pari al 52%.
Il rapporto di Edison Research rileva inoltre che che il tempo dedicato all’ascolto dei contenuti delle notizie tramite l’altoparlante intelligente è sensibilmente aumentato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con il 32% degli intervistati che dichiara un ascolto superiore alle 3 ore giornaliere e il 43% che resta nella fascia da 1 a 3 ore al giorno. Calano invece coloro che si fermavano ad un’ora sola di ascolto quotidiano.
Anche le nuove modalità di lavoro in smart working hanno certamente influenzato il tempo trascorso in compagnia di smart speaker e assistenti vocali come Alexa o Google Assistant. Se tra tutti i proprietari di altoparlanti intelligenti la percentuale di chi ha aumentato l’ascolto è pari al 62%, tra i lavoratori in smart working la percentuale sale al 65%.
Sul fronte delle vendite, il mercato degli smart speaker ottiene in questo periodo interessanti flessioni positive, considerato che chi non ha ancora acquistato un dispositivo intelligente può convincersi più facilmente a farlo in un momento in cui il tempo libero trascorso tra le mura domestiche aumenta sensibilmente. Chi invece ha già sperimentato l’utilità di un assistente vocale è più spinto ad acquistarne altri per i diversi componenti della famiglia.
I dati dicono infatti che rispetto ad un anno fa, quando il 47% degli intervistati pensava di acquistare un nuovo dispositivo per i propri figli, oggi il 71% sta pensando di farlo per intrattenere i bimbi più piccoli in famiglia.
In sostanza, secondo Edison Research, l’aumento della domanda di smart speaker, influenzata da un periodo caratterizzato da scarsa mobilità e da aumento del tempo libero a disposizione, si manterrà alta anche con la ripresa degli spostamenti e con il graduale ritorno ai ritmi normali di vita.
Chi ha sperimentato in questo periodo le funzionalità degli assistenti vocali, difficilmente ne farà a meno più avanti.
Nel frattempo, dati alla mano, sono ormai oltre 60 milioni gli utenti che negli Stati Uniti possiedono uno smart speaker, circa il 25% della popolazione adulta. Secondo le stime di Voicebot.ai, il numero di utenti attivi sfiorerebbe i 90 milioni, pari al 33% del totale. In ogni caso si tratta di numeri che testimoniano un trend in decisa crescita e uno scenario ottimistico per il mercato di riferimento.
LEGGI ANCHE:
– Smart Speaker, cresce senza sosta il mercato degli assistenti vocali
– La lista della spesa con Alexa: addio alle dimenticanze e ai foglietti volanti