Molti dei posti di lavoro che esistono oggi potrebbero scomparire entro decenni. Poiché l’intelligenza artificiale supera gli esseri umani in sempre più attività, sostituirà gli esseri umani in sempre più posti di lavoro.
E’ questo quanto sostenuto recentemente da Moshe Vardi, docente d’informatica presso il Dipartimento di Informatica della Rice University di Houston.
”La tecnologia che stiamo sviluppando porterà davvero benefici al genere umano?”, si chiede Vardi riferendosi al progresso tecnologico degli ultimi tempi. ”La risposta tipica è che se le macchine faranno il nostro lavoro, allora avremo più tempo libero per fare ciò che ci piace, ma non penso che sia una prospettiva allettante. Credo che il lavoro sia essenziale per il benessere dell’uomo”.
In realtà Vardi solleva un dibattito che già da tempo angoscia l’uomo. Con l’avvento dell’intelligenza artificiale è vero che possono anche apparire nuove professioni lavorative, ad esempio, quella dei “progettisti del mondo virtuale”. Ma tali professioni richiederanno probabilmente una maggiore creatività e flessibilità e non è ancora del tutto chiaro se i tassisti disoccupati di 40 anni o gli agenti di assicurazione saranno in grado di reinventarsi come “progettisti del mondo virtuale”.
Diverso è invece il punto di vista dell’esperto di robotica Filippo Cavallo che vede nei robot un’occasione di crescita e non un pericolo da evitare. Secondo l’ingegnere ”… nei prossimi 30 anni le macchine non saranno in grado di sostituire completamente l’attività dell’uomo, anzi: grazie a loro nasceranno nuove figure professionali, perché servirà personale qualificato per produrle, programmarle e fare manutenzione”. Cavallo crede fermamente nell’innovazione tecnologica ed è sempre più convinto che “ … i robot diventeranno dei ‘colleghi‘ e lavoreranno al nostro fianco per sollevarci dai compiti più ripetitivi e pesanti, permettendoci di rendere più ‘umano’ il nostro lavoro”.